Vuelta a España 2018, Porte: “Non ho la condizione del Tour e punto ai Mondiali. Aru e Lopez i miei favoriti”

Richie Porte rappresenta una delle grandi incognite della Vuelta a España 2018. Dopo aver incentrato la propria stagione sul Tour de France 2018 ed essere stato costretto ad alzare bandiera bianca al termine della prima settimana, complice una caduta nei primi chilometri della frazione con arrivo a Roubaix, il capitano della BMC Racing Team, che in settimana ha annunciato il suo trasferimento alla Trek Segafredo per la stagione 2019, ha spostato il mirino sul GT iberico, al via del quale non sembra però presentarsi nelle migliori condizioni. Appena due giorni fa il tasmaniano ha dovuto infatti disertare la conferenza stampa di presentazione per problemi gastrointestinali, un problema che va a sommarsi agli oltre 40 giorni di assenza dalle gare e che, nonostante l’ottimismo dei bookmakers, rischiano di penalizzarlo soprattutto nei primi giorni.

“Ho sentito che sono stato indicato tra i favoriti, ma non sento di esserlo. Non sono vicino alla forma che avevo al Tour de France. I problemi di stomaco sono iniziati giovedì mattina durante un allenamento che ho dovuto interrompere. Ho vissuto una giornata piuttosto dura, poi ho potuto dormire buona parte del pomeriggio anche se non mi ha fatto piacere disertare la conferenza stampa. Purtroppo non ero proprio nelle condizioni per poter presenziare”.

Sul percorso di avvicinamento: “Ho staccato dalla bici per un po’. Il Tour è stato terribilmente deludente, non è stato un grande avvicinamento. Per un po’ non sono stato in grado di risalire in sella, nonostante a Montecarlo ci fosse un clima fantastico. È stato frustrante”. L’australiano torna in gara in Spagna a sei anni di distanza dall’ultima volta, quando corse in appoggio a Chris Froome: “Vivrò alla giornata e vedrò fin dove posso arrivare. Se riuscissi a vincere una tappa nell’ultima settimana sarei molto contento. L’obiettivo è quello di prepararsi al meglio per i Mondiali“.

Infine sui favoriti: “Forse bisognerebbe puntare di più sui ragazzi che non hanno partecipato al Tour, perché chi lo ha fatto rischia di esserne uscito molto stanco. Indicherei qualcuno come Fabio Aru (UAE Team Emirates) e Miguel Angel Lopez (Astana). Nel complesso sarà una lotta molto aperta”.

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